L'estate scorsa sono andata al primo matrimonio di amici della "compagnia", altre amiche si sono trasferite a distanza per convivere, altri pensano al matrimonio e c'è chi scopre di essere in dolce attesa.
Le motivazioni sono le più variegate o avariate a seconda dei casi, si passa da "ormai siamo insieme da anni, cosa dobbiamo fare?" a "non ce la faccio più a star coi miei", passando fortunatamente per "siamo innamorati" (pochi comunque.. O.o).
Sorvolando sul fattore motivazioni assurde, sembra che sia scoppiata la bolla "matrimonio-convivenza".
Non dico che sia una parola che ascolto tutti i giorni, ma quasi:
- al lavoro vedo album di matrimoni, sento parlar di problemi di convivenza e foto di bimbi da poco nati;
- con gli amici sembra un bollettino di guerra "ti ricordi quel-la compagno-a di classe? si sposa!", "ti ricordi quella tizia che -bla-bla- è incinta!" o ancora "quel tizio della gita a vattellapesca? va a convivere!";
- rincontrando persone che non vedevo da tempo le prime parole sono state: "mi sposo", "vado a convivere", oppure si nota un bel pancione;
- le amiche di mia madre o a turno le mamme delle mie amiche "tizio-caia e pincopallino si sposano, aspettano un bambino e vanno a convivere tutto assieme" e tu???
Sia chiaro, sono felice per chi va a convivere, si sposa o è in attesa per amore, anche un filo di invidia, ma poca poca, sono troppo contenta perchè sono persone a cui voglio un mondo di bene. Invece sono decisamente perplessa per chi compie certi passi perchè è l'ultima risorsa per stare assieme o per chi lo fa per trovare una scappatoia da mamma e papà, indipendenza da soli no?
Sta di fatto che comincio a sentire un orologio che fa tic tac-tic tac, sembra che stiano tutti "crescendo" e andando avanti, io invece mi trovo ancora ad arrancare dietro al lavoro con una vita sentimentale da single polare (leggasi il deserto gelido), sindrome da avvicinamento ai 30 anni? O.o