martedì 8 giugno 2010

Aristotele e la giustizia poetica - Margaret Doody

E' la primavera dell'anno 332 a.C. Le truppe di Alessandro avanzano in Persia dopo aver razziato Persepoli. Il grande condottiero durante la sua marcia verso Oriente, ha distrutto grandi città sulla costa dell'Asia Minore, mentre tutto il Mediterraneo è inquieto, sconvolto dalla guerra, percorso in lungo e in largo da esuli e da prigionieri ridotti in schiavitù. In questo clima ad Atene viene rapita una ricca fanciulla. Aristotele e Stefanos si recano in missione a Delfi, per cercare di ritrovare la fanciulla scomparsa.

fonti: ibs

Questo è il romanzo della Doody che mi ha delusa maggiormente, troppi personaggi che si intersecano, troppe storie buttate tutte assieme ed alla fine non ci si racapezza più.
Sullo sfondo le conquiste di Alessandro che si intersecano con alcune festività greche (non vi spiego di più), la situazione politica di Atene, la situazione in cui si viene a trovare Aristotele in quanto meteco (macedone, quindi straniero in terra ateniese), la situazione di Stefanos, le guerre tra famiglie, tristi storie che si incontrano lungo il cammino, e poi? Ah,si! Il caso vero e proprio!

Questa volta la Doody ha fatto un vero e proprio minestrone, troppe storie, troppi personaggi, troppi sotterfugi.
Avrebbe anche potuto dipanare per benino la matassa, così la storia in sè sarebbe stata avvincente, ma la cosa assurda è che l'autrice invece di spendere due parole in più sulle già intricate vicende ha pensato bene di far fare ad Aristotele diverse divagazioni filosofiche.
Là dove c'è un po' d'azione appesantisce la narrazione con righe e righe di parole sui massimi sistemi. Presi in sè non sarebbe male, ma messi così a casaccio pur di tirarla per le lunghe fa venire il latte alle ginocchia.
Di cose positive ci sono sempre i fatti della vita quotidiana e le "avventure" di Stefanos, oltre che una ricostruzione di alcuni aspetti religiosi dell'antica grecia.
Al contrario del primo libro (Aristotele detective) qui Aristotele è decisamente più presente ed attivo, anche se la narrazione è sempre di Stefanos.
Comunque alla fine si arriva a ricostruire la vera storia di tutto, un po' arrampicata sugli specchi però

Da leggere? Si, si può anche consigliare di farlo, ma non come primo libro, farebbe passare la voglia di avvicinarsi agli altri.

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